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Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa - Capitolo VII

Restauro: il sistema di drenaggio e la pavimentazione al piano terra - cap. VII

Il sistema di drenaggio attivo è stato realizzato con tubazioni forate di polietilene ad alta densità che intercettano l’acqua dispersa al di sotto del livello pavimentale e la convogliano in pozzetti di raccolta dotati di valvole a galleggiante, che, a livelli prestabiliti d’acqua attivano delle motopompe. Quest’ultime provvedono ad espellere l’acqua al di fuori del perimetro dell’edificio attraverso una seconda rete di tubazioni.
Il sistema, concettualmente semplice ed efficace, può portare però ad una serie di inconvenienti legati principalmente ai possibili malfunzionamenti o al blocco delle pompe. Trattandosi di apparecchiature elettromeccaniche non è infatti da escludere che proprio nei momenti critici si possano arrestare. Le cause di possibili blocchi possono avere due tipi di origini: L’acqua salmastra, che riempie le pompe durante le maree, dopo periodi anche non molto lunghi di inattività, può danneggiare i meccanismi e i black-out, sempre possibili, in particolare durante eventi di marea eccezionali.
Per scongiurare i predetti rischi nel caso di palazzo Grimani sono state adottate particolari precauzioni. I sistemi di pompaggio sono stati dotati di coppie di elettropompe a funzionamento alternato a intervalli di tempo prestabilito e con l’innesco automatico della seconda pompa in caso di arresto della prima. I pozzetti di raccolta delle acque sono stati dotati di un sistema di riempimento con acqua dolce proveniente dalla vasca di accumulo del sistema antincendio che provvede al lavaggio  delle elettropompe, automaticamente, dopo ogni marea e, mediante attivazione elettrica, ogni qual volta lo si renda necessario, sulla base di un programma di manutenzione. Un gruppo elettrogeno poi provvede a fornire energia al sistema automaticamente in caso di mancanza di corrente.
Gli interventi di scavo eseguiti per la realizzazione dei sistemi di protezione dalle maree, oltreché per la realizzazione della vasca di accumulo per il sistema antincendio, delle fosse settiche e per il passaggio delle reti impiantistiche, hanno reso necessario un intervento complessivo sulle pavimentazioni dell’intero piano terra, caratterizzate da materiali e tecniche di posa differenti, quali il laterizio, con varie pezzature, colorazioni e forme, le pietre calcaree d’Istria e di Verona, la trachite euganea e il battuto alla veneziana, quest’ultimo sempre al di sotto di altri strati pavimentali.

Il pavimento in cotto nella fase di desalinizzazione mediante acqua deionizzata

desalinizzazione delle pavimentazioni del piano terra nella vasca di accumulo del sistema antincendio

In tutte le situazioni i pavimenti sono stati conservati. Quelli di tipo discontinuo, in cotto o in pietra, sono stati rilevati, numerati, smontati, destalinizzati, consolidati e ricollocati, nella posizione e con la disposizione precedente, al di sopra delle vasche e della rete impiantistica; quelli di tipo continuo, i battuti alla veneziana, sono stati conservati al di sotto, conformando, in alcuni casi, le solette in calcestruzzo armato in modo particolare per poterli preservare. In un caso, per conservare un antico “pastellone” e il pregevole pavimento sovrastante in cotto è stata adottata, in alternativa alle solette di calcestruzzo armato, una tecnica di diafframmatura orizzontale del tutto nuova mediante strati di lamine di piombo, di massa commisurata ai valori delle sottospinte sottospinte, per il sconfinamento della membrana bentonitica.
collocazione della pavimentazione del portico d'ingresso

Fase della ricomposizione della pavimentazione del porticato d’ingresso


La dotazione impiantistica, in una moderna sede museale, ha una consistenza sempre molto rilevante e un impatto complessivo di enorme portata su un fabbricato storico. In particolare per il Museo di palazzo Grimani sono necessari gli impianti: idraulico, termotecnico, elettrico, antintrusione, di videosorveglianza, di prevenzione incendi, di captazione delle scariche atmosferiche, di ascensore, oltre a quelli, di cui si è già detto, per la difesa dalle maree.
Si sa che una centrale termica, una cabina elettrica, un gruppo elettrogeno, le pompe per il controllo delle maree, una vasca di accumulo dell’acqua, le fosse settiche, i macchinari per gli impianti di spegnimento automatico, un ascensore e poi tutta la rete di cavi, tubi, collegamenti, connessioni e terminazioni di vario genere, sono presenze decisamente ingombranti nelle delicate, raffinate e preziose strutture di un edificio di pregio come palazzo Grimani. Ma non è possibile farne a meno, anzi una completa e moderna dotazione impiantistica è fonte di sicurezza e quindi garanzia di conservazione per un edificio storico. La soluzione al problema è quindi quella di individuare scelte progettuali che consentano la minore invasività possibile.
Per quanto riguarda il primo piano nobile, dove risiedono le maggiori difficoltà, si è scelto di concentrare la quasi totalità degli impianti in delle strutture mobili, autonome rispetto alle strutture del palazzo, che faranno parte del sistema di allestimento. Esse conterranno anche i corpi riscaldanti, a funzionamento elettrico, per evitare tubazioni con acqua in pressione. Queste strutture sono in fase di progettazione e si prevede, al momento, di realizzarne una, come prototipo, mentre il completamento dell’intervento farà parte della prossima fase di allestimento museale.

 

 

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ultima modifica 2018-05-30T14:31:26+01:00

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