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Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa - Capitolo V

I restauri - 2000: la seconda fase dei restauri - cap. V

Nel 2000, grazie a un finanziamento straordinario commisurato alle esigenze economiche necessarie il completamento dei restauri, è avvenuta una vera e propria svolta nella conduzione dei lavori. Alla luce della nuova prospettiva di una conclusione dei lavori possibile in tempi certi e nella consapevolezza di non poter lasciar più nulla di irrisolto riguardo a ogni aspetto legato alla futura destinazione museale è stata avviata una nuova fase di progettazione. I temi della progettazione non erano più quelli dell’emergenza della conservazione, degli anni ottanta e dei primi anni novanta, ma erano quelli del completamento di un restauro con tutte quelle opere, prevalentemente di carattere tecnologico e impiantistico, che dovevano rendere agibile il palazzo come museo.
Le tematiche di maggiore risalto, per complessità e difficoltà di progettazione e realizzazione, che dovevano essere affrontate nell’ultima fase dei lavori, erano per lo più legate

  • all’accessibilità,
  • alla agibilità
  • e alla fruibilità dell’edificio come luogo pubblico.

Tra tutte spiccavano quelle della difesa  del piano terrenodall’invasione delle maree eccezionali, quelle di natura impiantistica, in particolare per le dotazioni del primo piano nobile, e quelle della percorribilità del museo per le persone a ridotta capacità motoria.

 

Riguardo alla prima tematica non era mai stata messa in discussione la necessità di difendere il piano terra dalle maree eccezionali, considerato che le quote pavimentali molto basse, rendevano soggetto l’edificio a frequenti invasioni dell’acqua alta; riguardo alla seconda, invece, più volte si era ragionato, non solo su quali scelte impiantistiche si sarebbero dovute sviluppare per il primo piano nobile ma, addirittura, era stata messa in discussione, per quel piano, l’opportunità di escludere alcune dotazioni e, in particolare, quella termica. Le ragioni di tale posizione erano e sono peraltro comprensibili, anzi da un’analisi dei caratteri del palazzo la realizzazione di un impianto termico per quel piano poteva persino apparire non percorribile; riguardo alla al terza, la questione, nella sostanza, non era stata mai affrontata. La presenza di volte, di pavimenti alla veneziana e di soffitti affrescati, a stucco o cassettonati, non rendeva possibile individuare un passaggio verticale per un vano ascensore senza gravissime menomazioni del palazzo e portava praticamente ad escludere la possibilità di realizzare un impianto meccanizzato di mobilità tra i piani.
Sulle tre questioni era ormai indispensabile fare delle scelte e dare delle risposte. Riguardo alle ultime due, dopo lunghe considerazioni dei pro e dei contro, la decisione finale congiuntamente adottata dagli organi competenti del Ministero fu quella di dotare l’edificio di tutti gli impianti che un museo di attuale concezione richiedeva. Veniva così eliminato ogni dubbio sul cammino da percorrere e si dovevano perciò individuare le soluzioni progettuali per ogni problema.
Di seguito si da conto delle scelte adottate riguardo alle tre tematiche evidenziate, in modo più ampio per quanto attiene a quella della difesa dalle acque alte, per la quale gli interventi sono stati completatamene ultimati, e con un breve accenno alle altre, per le quali i relativi interventi sono ancora in fase di attuazione.

 

 

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ultima modifica 2018-05-30T14:31:22+01:00

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