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LA GRU IDRAULICA ARMSTRONG DELL’ARSENALE DI VENEZIA - cap I

Claudio Menichelli, Alberto Lionello, Alessandra Bovolenta

La Gru Armstrong Mitchell & Co. Nel corso dell’Ottocento si registrò la più profonda e radicale trasformazione della cantieristica navale avvenuta dalle origini della storia della navigazione ai nostri giorni. Il progressivo abbandono del legno per la realizzazione degli scafi, a favore del ferro, e della propulsione eolica, a favore di quella a motore, determinò, infatti, in un periodo di tempo relativamente breve, modificazioni di enorme portata nelle caratteristiche delle imbarcazioni. In ambito militare il processo di trasformazione delle costruzioni navali fu ancora più profondo per gli effetti dell’incalzante succedersi di significative evoluzioni nel campo degli armamenti.
I luoghi di produzione, ricovero e manutenzione delle imbarcazioni, dovettero naturalmente adeguarsi ai cambiamenti e, di conseguenza, alle modifiche delle imbarcazioni fecero riscontro modifiche nei cantieri e negli arsenali marittimi altrettanto profonde ed evidenti.
Anche l’arsenale di Venezia dovette perciò trasformarsi, quando, a seguito dell’annessione del Veneto al regno di Italia, nel 1866, si decise che la città lagunare avrebbe dovuto mantenere, assieme a La Spezia e a Taranto il ruolo di «piazza forte e stazione navale di 1° ordine»i, cioè di presidio militare marittimo della massima importanza. La decisione era supportata dalle garanzie di sicurezza che poteva offrire l’insediamento veneziano, dovute alle naturali caratteristiche topografiche e morfologiche della laguna, e dal vantaggio di poter già disporre di un arsenale di grandi dimensioni.

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