Altino, progetto pilota
L’intervento in oggetto, finanziato interamente dal MiBACT, è inserito in un progetto pilota promosso dalla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio che, al fine della creazione delle aree di riserva archeologica previste dalla Convenzione de La Valletta, ha ritenuto opportuno predisporre un piano mirato all’esecuzione di indagini non invasive, aventi per fine il monitoraggio della consistenza dei depositi archeologici in aree oggetto di specifici progetti in corso da parte delle Soprintendenze ABAP, nonché quello di testare i diversi metodi e strumenti di indagine e di valutare le modalità di archiviazione e di pubblicazione dei dati esito di tali indagini.
La città antica di Altino è stata individuata in quanto contesto urbano senza continuità di occupazione in epoca moderna, già noto da ricerche pregresse.
Sono stati dunque effettuati nel corso del 2020 diversi tipi di indagini non invasive, verificandone anche l’applicabilità e l’efficacia con indagini micro-invasive (carotaggi) o limitati saggi stratigrafici.
Le indagini geofisiche non invasive eseguite sono state: magnetometria, elettromagnetometria e georadar (GPR) 3D, spesso sovrapposte al fine di verificare quale metodo potesse restituire dati più significativi.
Alla luce di questa prima fase sono stati poi condotti 19 carotaggi e infine 3 sondaggi stratigrafici.
I risultati, ancora in corso di studio, sono stati di grande interesse, poiché nelle aree campione scelte sono venuti alla luce contesti databili preliminarmente dall’età pre-romana all’alto medioevo, che potranno indirizzare le nostre future indagini, anche rivolte, in collaborazione con la Direzione Regionale Musei del Veneto, ad una valorizzazione in sito.
Per maggiori informazioni: dott. Massimo Dadà (massimo.dada@beniculturali.it), dott. Daniele Girelli (daniele.girelli@beniculturali.it).