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Come fare per ...

Riferimenti normativi, linee guida e modulistica per la presentazione delle varie istanze di autorizzazione, per effettuare segnalazioni o trasmettere semplici comunicazioni relative ai beni archeologici. Clicca sull'elenco per andare direttamente alla sezione di tuo interesse.
  1. Consultazione degli archivi e studio materiale archeologico.

  2. Archeologia preventiva. (sezione in aggiornamento)

  3. Richiesta di concessione di scavo e ricerche archeologiche.

  4. Segnalazione detenzione materiale archeologico.

  5. Comunicazione rinvenimenti fortuiti.

  6. Scavi nel comune di Venezia

  7. Scavi in comune di Quarto d'Altino

  8. Consegna documentazione di intervento archeologico

  9. Detenzione provvisoria e spostamento dei reperti archeologici

  10. Richiesta svolgimento tirocinio presso la Soprintendenza

  11. Inventariazione e conferimento reperti in magazzino (MINP 4.00)


1. Richiesta di consultazione degli archivi e studio dei materiali archeologici (artt. 106, 107, 108, 122, 124, D.lgs. 42/2004, Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio)

La richiesta di cui sopra dovrà essere presentata in formato .pdf preferenzialmente via posta elettronica, ordinaria all’indirizzo sabap-ve-lag@cultura.gov.it (possibilmente inserendo per conoscenza anche il funzionario di zona competente), oppure via PEC all’indirizzo mbac-sabap-ve-lag@mailcert.beniculturali.it.
Qualora si voglia produrre il formato cartaceo, questo può essere consegnato a mano in singola copia presso la sede della Soprintendenza di Palazzo Ducale (Piazza S. Marco 1, lunedì, mercoledì e giovedì, 09:00-12:30/15:00-17:00; martedì e venerdì ore 09 -12:30).
Nell’oggetto della lettera deve essere innanzitutto inserita la definizione “Richiesta di accesso all’archivio archeologico” o “Richiesta di autorizzazione allo studio di materiali archeologici”, a seconda del tipo di istanza che si intende produrre, seguita dalla località da cui provengono i materiali e le relazioni che si intendono studiare.

Si ricorda che l’accesso agli archivi e ai magazzini deve essere preventivamente concordato con l’Ufficio, e che la consultazione degli archivi e lo studio dei materiali archeologici seguono due iter lievemente diversi. Per facilitare la compilazione dell’istanza sono resi disponibili ai link sottostanti due moduli.

Attenzione:  si avvisa l’utenza esterna che per carenza di personale l’apertura della sede dell’ex Nucleo Nausicaa (Casa Naager, Cannaregio 5031), sede dell’archivio delle documentazioni di scavo della Soprintendenza ABAP per il Comune di Venezia e Laguna, a partire dal mese di maggio 2024 verrà ridotto a sole due giornate al mese (ad esclusione del mese di agosto), con accesso esclusivamente su prenotazione, nella fascia oraria tra le 9:00 e le 13:00. Scarica qui il calendario delle aperture con le indicazioni su come prenotare l'accesso.

Si ricorda che nessun canone è dovuto per le fotoriproduzioni richieste od eseguite da privati per uso personale o per motivi di studio, oppure da soggetti pubblici o privati per finalità di valorizzazione, purché attuate senza scopo di lucro. I richiedenti sono comunque tenuti al rimborso delle spese sostenute dall’amministrazione concedente (Art. 108, c. 3 del D.Lgs 42/2004).

Consultazione archivi Studio materiale archeologico Pubblicazione immagini

Elenco relazioni di scavo archeologico

Si rende qui disponibile l’elenco delle relazioni di scavo, esito degli interventi archeologici condotti nel territorio di Venezia e Laguna di pertinenza di questa Soprintendenza.

La maggior parte delle relazioni – contrassegnate in elenco con la dicitura “Fondo Nausicaa” - sono conservate presso l’archivio territoriale della Soprintendenza, nella sede dell’ex Nucleo Nausicaa, in Cannaregio 5031.

Un altro lotto di relazioni - contrassegnate in elenco con la dicitura “Padova -SABAP” - è invece conservato presso gli archivi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso (via Aquileia 7, Padova). L’accesso alla consultazione deve pertanto essere richiesto direttamente presso codesto istituto (vai all'area modulistica della SABAP-VE-MET).

Elenco delle relazioni di scavo (ultimo aggiornamento marzo 2024).

Modalità di accesso all'archivio dati territoriali

Si ricorda ai professionisti archeologi ed agli altri utenti autorizzati che la consultazione delle relazioni di scavo avviene presso la sede di Cannaregio 5031 della SABAP-VE-LAG (ex-Nucleo NAUSICAA) soltanto previo appuntamento da concordarsi con il personale dell'Area Patrimonio Archeologico.

Come da prassi il calendario delle aperture della sede - generalmente ricadenti nella giornata del martedì, in orario d'Ufficio dalle ore 09.00 alle ore 14.30 - verrà di volta in volta comunicato ai diretti interessati per le vie brevi.

N.B. per garantire il regolare svolgimento delle operazioni di consultazione delle relazioni non sarà possibile accedere in mancanza di appuntamento ed al di fuori delle giornate e degli orari comunicati per le vie brevi agli interessati. Sarà inoltre cura del richiedente consultare l'elenco di cui sopra al fine di individuare preventivamente le relazioni oggetto d'interesse.


2. Lavori pubblici – adempimenti obbligatori in materia di verifica preventiva dell'interesse archeologico (VPIA) (art. 41 D.Lgs. 36/2023, Codice dei Contratti Pubblici).

sezione in allestimento.png



3. Richiesta di concessione di scavi e ricerche archeologiche

Le ricerche archeologiche sono riservate al Ministero per i Beni e le Attività Culturali ai sensi dell'art. 88 del Codice dei Beni Culturali, tuttavia il Ministero può darle in concessione a soggetti pubblici o privati (anche agli stessi proprietari dei terreni) ai sensi del successivo art. 89.

Alcune novità negli ultimi anni hanno determinato una diversa procedura per la richiesta di concessione, la cui emissione è di competenza della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, previa istruttoria della Soprintendenza competente, alla quale deve essere inviata la documentazione redatta sulla base della modulistica reperibile nel sito dell'Istituto Centrale per l'Archeologia a questo indirizzo: http://www.ic_archeo.beniculturali.it/it/260/concess ioni-di-scavo

A partire dal 2019 non è più predeterminata una finestra per la presentazione delle istanze, che possono quindi essere inoltrate durante tutto l'anno e il cui procedimento si conclude entro i 90 giorni successivi. L'autorizzazione è dovuta anche per indagini non invasive, come analisi geofisiche (con o senza carotaggi), telerilevamento, fotografia da droni, LiDAR, ricognizioni territoriali, etc. Tale provvedimento è tuttavia di competenza delle singole Soprintendenze, a cui va indirizzata l’istanza, che si devono esprimere entro i successivi 90 giorni. A tal proposito occorre specificare che l’esecuzione di carotaggi può essere ricompresa tra le indagini non invasive qualora sia da considerarsi minimamente invasiva per numero e per concentrazione, su valutazione della Soprintendenza.

Con riferimento alle misure contro la diffusione del contagio da Covid-19, la Circolare n. 21/2020 della stessa Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio ha stabilito che la validità delle concessioni di scavo rilasciate per il 2020 – qualora la campagna sul campo sia rinviata - si estende all’intero anno 2021. Qualora il titolare della concessione voglia avvalersi di tale proroga dovrà indirizzare alla Soprintendenza specifica richiesta, secondo la modulistica pubblicata sul sito dell’Istituto Centrale per l’Archeologia.

Ai sensi delle Circolari n. 14 e 25 del 2021 della D.G. Archeologia, Belle Arti e Paesaggio esistono quindi due modalità differenti di richiesta di concessione:

1. scavi stratigrafici (eventualmente anche accompagnati da altre indagini non invasive o da carotaggi), per i quali è necessario utilizzare la modulistica dell'I.C.A. già ricordata e che devono essere autorizzati dalla Direzione Generale su istruttoria della Soprintendenza;

2. indagini non invasive (comprese le ricognizioni territoriali) devono comunque essere autorizzate dalla Soprintendenza a seguito di specifica istanza.



4. Comunicazioni relative alla detenzione e/o al possesso di materiale archeologico (Art. 91, D.Lgs. 42/2004).


La normativa vigente attribuisce allo Stato la proprietà di quanto di interesse artistico, storico e/o archeologico rinvenuto sotto terra o in mare a partire dall’anno 1909, facendo riferimento alla legge n. 364 del 1909. Dopo tale data il possesso di reperti archeologici è ritenuto lecito solo in presenza di documenti o altri titoli che ne attestino il regolare acquisto o lascito ereditario, oppure la consegna dei suddetti reperti da parte dello Stato quale quota parte del premio di rinvenimento.
Il possesso illecito di reperti archeologici prevede, ai sensi dell’art. 176 c. 1 del D.Lgs. 42/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio), la reclusione fino a tre anni e una multa fino a 516,50 €.

Occorre premettere che stabilire se il possesso sia lecito, in assenza dei documenti adeguati, non rientra tra le competenze della Soprintendenza, alla quale spetta solo definire se l’oggetto sia autentico e la valutazione del grado di interesse culturale da cui dipenderà l’eventuale proposta di vincolo.

La comunicazione da parte del privato del possesso o della detenzione di materiale archeologico deve pervenire nella forma di dichiarazione sostitutiva di atto notorio, firmata digitalmente oppure sottoscritta con firma autografa e accompagnata da copia del documento di identità.

La comunicazione di cui sopra dovrà essere presentata in formato .pdf (eventualmente come scansione dell’originale) preferibilmente a mezzo PEC, all’indirizzo mbac-sabap-ve-lag@mailcert.beniculturali.it, oppure per posta elettronica ordinaria all’indirizzo sabap-ve-lag@cultura.gov.it. Qualora si voglia produrre il formato cartaceo, questo può essere consegnato a mano in duplice copia presso la sede della Soprintendenza di Palazzo Ducale (piazza S. Marco 1, lunedì, mercoledì e giovedì, 09:00-12:30/15:00-17:00; martedì e venerdì ore 09-12:30).

Nell’oggetto della lettera deve essere innanzitutto inserito il Comune, l’indirizzo con numero civico del luogo dove si trovano i reperti, seguito dalla definizione “Comunicazione inerente il possesso o la detenzione di reperti archeologici”. Per facilitare la compilazione dell’istanza è reso disponibile il modulo predisposto, scaricabile qui.

La comunicazione di cui sopra deve essere corredata da immagini dei reperti e di tutta la documentazione eventualmente presente che possa testimoniare, anche indirettamente, il possesso precedente al 1909.

Modulo comunicazione detenzione


5. Rinvenimenti fortuiti. (Artt. 90-93, D.Lgs. 42/2004, Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio).


L’art. 90 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio stabilisce che chi scopre fortuitamente reperti, contesti o strutture di carattere archeologico è tenuto entro 24 ore a fare denuncia al Soprintendente, al Sindaco o all’autorità di pubblica sicurezza.
Nel caso del Soprintendente, la denuncia può avvenire:
• telefonicamente (041- 5204077, 041 2710111);
• via fax (041-5204526);
• via PEC (all’indirizzo mbac-sabap-ve- lag@mailcert.beniculturali.it);
• via email (all’indirizzo sabap-ve-lag@cultura.gov.it);
• personalmente (presso gli uffici di Venezia, piazza S. Marco 1, lunedì, mercoledì e giovedì, 09:00-12:30/15:00- 17:00; martedì e venerdì ore 09-12:30).

Lo scopritore ha l’obbligo di provvedere alla conservazione temporanea di ciò che ha rinvenuto, garantendone la sicurezza anche richiedendo l’ausilio della forza pubblica, possibilmente mantenendolo nel luogo del rinvenimento. In ogni caso eventuali spese sostenute sono rimborsate dal Ministero.

La normativa vigente attribuisce allo Stato la proprietà di quanto di interesse artistico, storico e/o archeologico rinvenuto sotto terra o in mare, ai sensi dell’art. 91 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
Il Ministero corrisponde un premio di rinvenimento allo scopritore fortuito (fino ad un quarto del valore del bene), se ha ottemperato agli obblighi previsti, e al proprietario dell’immobile dove è avvenuto il ritrovamento (anche per costui fino ad un quarto del valore), ai sensi degli articoli 92 e 93 del Codice.
L’impossessamento illecito di reperti archeologici appartenenti allo Stato prevede, ai sensi dell’art. 176 c. 1 del D.Lgs. 42/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio), la reclusione fino a tre anni e una multa fino a 516,50 €.

6. Trasmissione di comunicazioni relative all’esecuzione di opere di scavo in edifici e immobili del territorio comunale di Venezia NON sottoposti a vincolo

(B.U.R. 7/12/1999 n. 106, norme tecniche di attuazione p. 4 e successive Varianti al P.R.G. del territorio comunale di Venezia).

Le Varianti al Piano Regolatore Generale del Comune di Venezia hanno introdotto o precisato specifiche norme volte alla tutela del patrimonio archeologico, differenti a seconda della zona interessata, secondo la seguente tabella.

Località

VPRG

Riferimento NTA

Previsioni

Obbligo di marca da bollo

Venezia (Dorsoduro, Castello, Cannaregio, San Polo, Santa Croce, San Marco, Giudecca)

Venezia città antica

1.8

Tutte le opere che prevedono scavi, di qualunque tipo, devono essere comunicate alla Soprintendenza, che ha facoltà di opporsi entro 30 giorni.

no

Tessera, Favaro Sud e Nord, Dese Sud e Nord, Carpenedo, Marocco, Zelo, Trivignano, Asseggiano, Chirignago

Centri storici minori

29

Nessuna previsione aggiuntiva rispetto a quanto indicato nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004).

no

Mestre

Centro Storico di Mestre

29

Nelle aree indicate come a “controllo archeologico”, qualsiasi intervento di manomissione del suolo e del sottosuolo deve essere preventivamente autorizzato dalla competente Soprintendenza.

Marghera

Città giardino di Marghera

29

Nessuna previsione aggiuntiva rispetto a quanto indicato nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004).

no

Terraferma

Territorio comunale residuo in terraferma

70

Nelle aree indicate come di “interesse archeologico”, precisamente riportate nella tavola 13.1, qualsiasi intervento che ecceda le normali operazioni di coltura deve essere comunicato alla competente Soprintendenza almeno 90 giorni prima dell’inizio dei lavori.

no

San Clemente, San Servolo, San Secondo, Sacca Sessola, Lazzaretto Nuovo, San Francesco del deserto, Certosa

Laguna e isole minori

3.7

Tutto il territorio interessato è area di tutela archeologica, quindi ai sensi del comma 12.11 delle NGTA qualsiasi intervento deve essere autorizzato dalla Soprintendenza.

Lido

Lido

1.6

Tutte le opere che prevedono scavi, di qualunque tipo, devono essere comunicate alla Soprintendenza, che ha facoltà di opporsi entro 30 giorni.

no

Burano, Mazzorbo, Torcello

Burano, Mazzorbo e Torcello

1.10

Gli interventi di alterazione dello stato attuale del suolo, del sottosuolo e degli specchi d’acqua deve essere preventivamente autorizzato dalla competente Soprintendenza.

Sant’Erasmo, Vignole

Sant’Erasmo, Vignole

nn

Nessuna previsione aggiuntiva rispetto a quanto indicato nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004).

no

Murano

Murano

1.6

Tutte le opere che prevedono scavi, di qualunque tipo, devono essere comunicate alla Soprintendenza, che ha facoltà di opporsi entro 30 giorni.

no

Pellestrina

Pellestrina

nn

Nessuna previsione aggiuntiva rispetto a quanto indicato nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004).

no

La normativa urbanistica propone dunque due fattispecie di istanza: la comunicazione obbligatoria e la richiesta di autorizzazione. La comunicazione o la richiesta di autorizzazione di cui sopra dovrà essere presentata, a firma del committente o del direttore dei lavori, in formato .pdf preferenzialmente a mezzo PEC, all’indirizzo sabap-ve-lag@cultura.gov.it, oppure per posta elettronica ordinaria all’indirizzo sabap-ve-lag@cultura.gov.it. Qualora si voglia produrre il formato cartaceo, questo può essere spedito oppure consegnato a mano in singola copia presso la sede della Soprintendenza di Palazzo Ducale (piazza S. Marco 1, lunedì, mercoledì e giovedì, 09:00-12:30/15:00-17:00; martedì e venerdì ore 09-12:30).

Nel caso in cui gli immobili interessati da lavori siano anche sottoposti a vincolo monumentale, architettonico o archeologico, il proprietario dovrà inviare apposita richiesta ai sensi dell’art. 21 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. In quel procedimento sarà anche ricompreso il parere previsto dalla normativa comunale.

Al fine di permettere una adeguata istruttoria agli Uffici della Soprintendenza ed evitare quindi possibili ritardi per il committente, la comunicazione o l’istanza dovrà pervenire a questa Soprintendenza almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori.

Nell’oggetto della lettera deve essere innanzitutto inserito l’indirizzo (località o isola, via/piazza o sestiere e numero civico), seguito dalla definizione “esecuzione opere di scavo su immobili del territorio comunale di Venezia non sottoposti a vincolo”. Per facilitare la compilazione dell’istanza è reso disponibile un modulo predisposto.

A corredo della comunicazione di cui sopra andranno allegati:

  1. relazione tecnica sulle opere di scavo previste, con indicazione degli estremi catastali dell’edificio ed esplicita dichiarazione da parte del Direttore dei Lavori o della Proprietà circa l’insussistenza di vincolo (archeologico e/o monumentale). La relazione può contenere informazioni circa l’eventuale manomissione, già avvenuta in passato a qualunque titolo, del sedime interessato da lavori (ad esempio fosse settiche preesistenti);
  2. inquadramento topografico puntuale dell’immobile interessato dai lavori, su CTR o su mappa catastale;
  3. planimetria dell’edificio con posizionamento dei manufatti fognari di progetto, di cui si forniranno viste in pianta e sezione, complete di misure e quote di scavo;
  4. copia dell’autorizzazione del competente Ufficio del Comune di Venezia, qualora già rilasciata, o dell’istanza presentata;
  5. documentazione fotografica del piano terra dell’edificio.

Nella domanda non dovrà essere indicato in via preliminare il nominativo di un professionista archeologo, che dovrà invece essere comunicato in un secondo tempo qualora la Soprintendenza ritenga opportuno prescrivere l’assistenza archeologica ai lavori.

A questo proposito si precisa che l’archeologo incaricato dovrà essere un professionista in possesso di adeguata formazione ed esperienza professionale, ai sensi dell’art. 9 bis del D.Lgs. 42/2004, ma non è prevista l’iscrizione in nessun elenco ufficiale presso questa Soprintendenza.

Per completezza d’informazione, ricordiamo che il solo elenco ufficiale di archeologi professionisti, ai sensi del D.M. 60/2009, riguarda unicamente i lavori pubblici per le conseguenti disposizioni di archeologia preventiva (art. 25 del D.Lgs. 50/2016) e non le committenze private.

Si ricorda che in ogni caso eventuali ritrovamenti occasionali di possibile interesse archeologico o paleontologico devono essere obbligatoriamente denunciati entro 24 ore alla Soprintendenza o al Sindaco (ai sensi dell’art. 90 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio). In assenza di tale denuncia, sia il possesso dei reperti, sia il danneggiamento di strutture e contesti di interesse archeologico sono puniti penalmente dalla legge.

Si ricorda, altresì, che nel caso gli interventi o parte di essi riguardino anche i prospetti esterni degli edifici (ad es. innalzamento o abbassamento di soglie, messa in opera di bocchette di areazione o sfiato), il nulla osta eventualmente rilasciato ai sensi del Piano Regolatore Generale del Comune non sostituisce in alcun modo l’autorizzazione paesaggistica (art. 146, D.Lgs. 42/2004) che dovrà essere richiesta presso i competenti uffici comunali.

Nel rimandare, infine, alla modulistica per la presentazione dell'istanza, reperibile qui sotto, si invita a prendere visione dell'apposito vademecum che riassume sinteticamente le diverse fasi di lavoro ed i relativi adempimenti in capo alle figure professionali coinvolte nei lavori di scavo.


modulo istanza scavi nel comune di Venezia

modulo comunicazione inizio lavori
modulo comunicazione fine lavori
linee_guida.png vademecum fasi di lavoro scavi nel comune di Venezia


7. Scavi in comune di Quarto d'Altino

Il territorio dell'antica città di Altino ha nel suo complesso un'alta potenzialità archeologica, che ha portato a numerosi vincoli archeologici derivanti dal D.Lgs. 42/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio). Nel caso in cui gli immobili interessati dai lavori ricadano in queste zone, il proprietario deve inviare a questa Soprintendenza apposita richiesta come previsto nell’art. 21 del Codice.

Per le altre zone, al di fuori dunque da vincoli diretti derivanti dal Codice, occorre fare riferimento alle prescrizioni contenute nel Piano di Assetto del Territorio del Comune di Quarto d'Altino. L’articolo 6 lettera “f” e gli articoli da 44 a 47 nelle Norme Tecniche di Attuazione di questo Piano comunale prescrivono che qualsiasi intervento di manomissione del terreno o del fondale lagunare nelle aree indicate come "Riserva archeologica di Altino" o “Via Annia” (si veda la Tavola 1-A) sia condizionato al rilascio del nulla osta preventivo da parte della Soprintendenza.

Per informazioni dettagliate e per verificare dove ricada l'immobile di proprio interesse si veda il sito web del Comune di Quarto d’Altino.

In conclusione, gli interventi di scavo al di fuori delle aree sottoposte a vincolo archeologico derivante direttamente dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ma ricadenti all’interno della "riserva archeologica di Altino" come individuata dal Piano di Assetto del Territorio, dovranno essere autorizzate da questa Soprintendenza a seguito di una richiesta di nulla osta. Tale richiesta dovrà essere presentata, a firma del committente o del direttore dei lavori, in formato .pdf preferenzialmente a mezzo PEC, all’indirizzo mbac-sabap-ve-lag@mailcert.beniculturali.it, oppure per posta elettronica ordinaria all’indirizzo sabap-ve-lag@cultura.gov.it. Qualora si voglia produrre il formato cartaceo, questo può essere spedito oppure consegnato a mano in singola copia presso la sede della Soprintendenza di Palazzo Ducale (piazza S. Marco 1, lunedì, mercoledì e giovedì, 09:00-12:30/15:00- 17:00; martedì e venerdì ore 09-12:30).

Nell’oggetto della lettera deve essere innanzitutto inserito l’indirizzo (località, via/piazza e numero civico), seguito dalla definizione “Esecuzione opere di scavo su immobili del territorio comunale di Quarto d'Altino non sottoposti a vincolo”. Per facilitare la compilazione dell’istanza rendiamo disponibile un modulo predefinito in formato .odt (si veda più sotto).

A corredo della richiesta di nulla osta andranno allegati:

  1. relazione tecnica sulle opere di scavo previste, con indicazione degli estremi catastali dell’edificio ed esplicita dichiarazione da parte del Direttore dei Lavori o della Proprietà circa l’insussistenza di vincolo (archeologico e/o monumentale). La relazione dovrebbe anche contenere informazioni circa l’eventuale precedente esecuzione di scavi (ad esempio fosse settiche preesistenti);

  2. inquadramento topografico puntuale dell’immobile interessato dai lavori, su CTR o su mappa catastale;

  3. planimetria dell’edificio con posizionamento degli interventi di scavo in progetto, di cui si forniranno viste in pianta e sezione, complete di misure e quote assolute;

  4. documentazione fotografica.


Nella domanda non dovrà essere indicato il nominativo di un professionista archeologo, che potrà invece essere comunicato in un secondo tempo qualora la Soprintendenza ritenga opportuno prescrivere l’assistenza archeologica ai lavori.
A questo proposito si precisa che l’archeologo incaricato dovrà essere un professionista in possesso di adeguata formazione ed esperienza professionale, ai sensi dell’art. 9 bis del D.Lgs. 42/2004, ma non è prevista alcuna iscrizione in eventuali elenchi ufficiali presso questa Soprintendenza.

Si ricorda che in ogni caso eventuali ritrovamenti occasionali di possibile interesse archeologico o paleontologico devono essere obbligatoriamente denunciati entro 24 ore alla Soprintendenza, al Sindaco o all’autorità di pubblica sicurezza (ai sensi dell’art. 90 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio). In assenza di tale denuncia, sia il possesso dei reperti, sia il danneggiamento di strutture e contesti di interesse archeologico sono puniti penalmente dalla legge.

Si ricorda infine che nel caso gli interventi riguardino anche i prospetti o gli spazi esterni degli edifici, il nulla osta eventualmente rilasciato ai sensi del Piano di Assetto del Territorio del Comune non sostituisce in alcun modo l’autorizzazione paesaggistica (art. 146, D.Lgs. 42/2004), che dovrà essere richiesta presso i competenti uffici comunali.

modulo istanza scavi comune di Quarto d'Altino

8. Linee guida per la consegna della documentazione di intervento archeologico di tutela

Sono disponibili al download le nuove linee guide adottate con prot. n. 7306 del 06.05.2021  dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il comune di Venezia e Laguna per la compilazione e la consegna della documentazione di scavo: tutti gli operatori sono tenuti ad attenervisi scrupolosamente al fine di garantire l'uniformità e progressiva standardizzazione dei dati archeologici. Si precisa che per quanto attiene alla documentazione di scavi in concessione dovranno invece essere seguite le prescrizioni impartite dalla competente Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (circolari 14 e 25/2021).

                                        linee_guida.png Linee guida consegna documentazione di scavo

9. Detenzione provvisoria e spostamento dei reperti archeologici rinvenuti in controlli archeologici.


Il professionista archeologo o la ditta archeologica formalmente incaricati da soggetti sia pubblici sia privati di assistenza archeologica, scavo stratigrafico di ricerca, preventivo o d’emergenza, o altre prestazioni a queste assimilabili, la cui esecuzione discenda da una concessione di scavo ai sensi dell’art. 89 del Codice, o da prescrizioni di questa Soprintendenza ai fini della tutela archeologica, sono chiamati alla conservazione dei reperti da loro rinvenuti, garantendone le condizioni di sicurezza.
Resta inteso che qualsiasi spostamento ad esclusione del tragitto tra il cantiere e la sede-magazzino della ditta o degli archeologi incaricati deve essere autorizzato ai sensi dell’art. 21, c. 1 del Codice e che la Soprintendenza può sempre disporre dell’accesso ai luoghi ove i materiali vengono conservati.
Lo spostamento definitivo dei reperti nei magazzini di questa Soprintendenza, infine, dovrà essere semplicemente concordato per le vie brevi con il personale di questo Ufficio, che provvederà a redigere apposito verbale di consegna.


In conclusione, in presenza di concessione di ricerca oppure di autorizzazione o analogo provvedimento con prescrizioni di questa Soprintendenza, il concessionario o il soggetto formalmente incaricato dalla committenza per l’esecuzione di indagini archeologiche, dopo l’inizio dei lavori, ha facoltà di custodire e nel contempo obbligo di conservare provvisoriamente gli eventuali reperti archeologici rinvenuti, nell’attesa di procedere alla formale consegna alla Soprintendenza dopo la fine dei lavori.

Scarica la nota ufficiale.


10. Richiesta tirocinio: modalità operative e alcune macro-tematiche dei tirocini proposti

Per svolgere il tirocinio formativo presso la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna è bene assicurarsi che l’Università di provenienza abbia con essa una convenzione attiva (comprensiva di copertura assicurativa per la responsabilità civile conto terzi e per gli infortuni sul lavoro).

Nel caso in cui non fosse attiva alcuna convenzione, è possibile richiederne l’attivazione contattando l’Ufficio Stage e Tirocini dell’Università di provenienza. L’attivazione potrebbe richiedere del tempo, perciò si suggerisce di procedere con adeguato anticipo.

Qualora la convenzione sia già attiva, si può procedere con la richiesta di progetto formativo, inviando una mail via posta elettronica ordinaria all’indirizzo sabap-ve-lag@cultura.gov.it. Nella richiesta di progetto formativo sarà necessario indicare:

- Università di provenienza

- periodo in cui si chiede di svolgere l’attività di tirocinio

- monte ore totali

- ambito disciplinare di riferimento

Sarà la Soprintendenza a confermare la possibilità di svolgimento del tirocinio nel periodo richiesto o proporne un altro in base alle proprie disponibilità.

Per eventuali richieste di chiarimenti, si suggerisce di contattare per le vie brevi la dott.ssa Cecilia Rossi, referente del Servizio Educativo per l’area Patrimonio Archeologico (cecilia.rossi@cultura.gov.it).

Nella richiesta di tirocinio è inoltre possibile indicare la preferenza per alcune macro-tematiche d’interesse per lo svolgimento delle attività.

I tirocini sinora svolti presso la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna hanno riguardato, per l’area Patrimonio Archeologico, le seguenti tematiche:

  • Georeferenziazione in GIS di carte storiche;

  • Redazione in GIS di carte del rischio per circoscritti ambiti territoriali;

  • Implementazione della piattaforma RAPTOR con dati inerenti alle attività di scavo/assistenza archeologica condotte in anni passati;

  • Inventariazione di reperti singoli e lotti di materiali su piattaforma SigecWEB;

  • Implementazione del sito internet della Soprintendenza con redazione di testi dedicati alle attività in essa svolte

Concordati il periodo, le ore e le attività da svolgere presso la Soprintendenza, si può procedere con la compilazione del progetto formativo tramite il sito predisposto dalla propria Università o tramite la procedura cartacea.

Una volta compilato in ogni sua parte, il progetto formativo dovrà firmato dal tirocinante, dal tutor universitario prescelto e dal tutor aziendale, ossia dal referente del Servizio Educativo della Soprintendenza per l’area Patrimonio Archeologico (dott.ssa Cecilia Rossi, cecilia.rossi@cultura.gov.it).

Il progetto formativo firmato dovrà essere quindi inviato all’Ufficio stage e tirocini della propria Università, tramite copia digitale o per consegna degli originali, in duplice copia, e alla Soprintendenza, trasmettendolo via posta elettronica ordinaria all’indirizzo sabap-ve-lag@cultura.gov.it, con i relativi allegati.

A tale proposito si fa presente che, a seguito dell’emergenza pandemica da Covid-19, per poter accedere alle strutture messe a disposizione dalla Soprintendenza durante il periodo di tirocinio, è necessario prendere visione e sottoscrivere la documentazione che verrà appositamente fornita riguardante la sicurezza e le norme di comportamento da rispettare.

Al completamento del tirocinio sarà richiesta al tirocinante la redazione di una relazione con sintesi delle attività svolte. Tale relazione dovrà essere inviata via posta elettronica ordinaria all’indirizzo sabap-ve-lag@cultura.gov.it

L’Ufficio stage e tirocini dell’Università di appartenenza invierà al Tutor aziendale ed al Tirocinante, all’indirizzo di posta elettronica ufficiale, il questionario di valutazione.

La Soprintendenza, una volta terminato il periodo di tirocinio, rilascerà al tirocinante un’attestazione dell’attività svolta, riportandovi quanto richiesto ai fini del riconoscimento delle ore di formazione nell’ambito del percorso universitario.


11. Inventariazione e conferimento reperti in magazzino (modelli MINP 4.00)

L’inventariazione costituisce la base conoscitiva primaria ed essenziale per qualsiasi tipo di gestione dei beni culturali e in particolare dei beni archeologici.

Dal 2020, dopo una fase di sperimentazione, è oggi in vigore all’interno del Ministero della cultura una nuova modalità di Inventariazione Patrimoniale per i beni archeologici mobili, modulabile sia per singoli oggetti, sia per lotti di materiali (cassette). Questa nuova modalità di inventariazione prevede la compilazione nel sistema SIGECweb di apposite schede catalografiche, denominate Moduli per l’Inventariazione Patrimoniale 4.00 (MINP 4.00).

Il MINP 4.00, come altri modelli ICCD, raccoglie le informazioni suddividendole per paragrafi, campi (semplici o strutturati) e sottocampi. La compilazione è agevolata e guidata dalla presenza di vocabolari che possono essere chiusi, ovvero costituiti da un elenco predefinito di termini, oppure aperti, ossia implementabili.

Lo strumento si rivela particolarmente utile per la gestione e il censimento dei depositi archeologici. Per tale ragione, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna ha deciso di inserire la compilazione dei Moduli MINP 4.00 come prerequisito per il conferimento di singoli reperti o lotti di reperti (cassette) nei magazzini di propria competenza.

All’atto della richiesta di conferimento in magazzino, i soggetti interessati dovranno dunque richiedere:

  1. l’attivazione delle credenziali di accesso al sistema SIGECweb (se non già possedute), indicando Nome, Cognome, Codice Fiscale e mail della persona deputata alla compilazione dei MINP 4.00.

  2. l’attivazione nel sistema SICEGweb di una specifica Attività di catalogazione, con indicazione del numero totale di cassette e/o reperti singoli (nel caso eccezionale di reperti fuori misura, non conferibili in cassetta) che saranno oggetto del conferimento.

A tale richiesta farà seguito l’assegnazione di un corrispondente lotto di Codici di Inventario Patrimoniale (INPC).

Per ogni cassetta o reperto singolo (nel caso eccezionale di reperti fuori misura, non conferibili in cassetta) dovrà essere compilata un’apposita scheda MINP 4.00. Per i criteri e le modalità di compilazione si rimanda a quanto meglio esplicitato nella manualistica disponibile al seguente link:

http://www.iccd.beniculturali.it/it/ricercanormative/156/minp-modulo-per-l-inventariazione-patrimoniale-4_00

Il Codice di Inventario Patrimoniale (INPC) indicato sulla scheda MINP 4.00, nell’apposito campo, andrà riportato sulla cassetta o sul reperto singolo corrispondente con le medesime modalità indicate per l’inquadramento dello scavo di provenienza (cartellino in materiale plastico imputrescibile o etichetta adesiva plastificata).

Al termine della compilazione, ciascuna scheda dovrà essere inoltrata in verifica scientifica, sempre tramite il sistema SIGECweb. Il personale di questo Ufficio avrà cura di verificare la corretta compilazione, dando avvio al conferimento dei reperti in magazzino.


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